La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato giovedì 7 ottobre una mostra personale dell’artista francese Bernard Frize.
Frize, dopo la mostra inaugurata nel giugno 1999 al Carré d’Art di Nîmes e poi presentata al Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, al Kunstmuseum St. Gallen e al Westfälisches Landesmuseum di Münster, ha presentato in questa sua prima personale in Italia quindici opere recenti.
“C’è una determinazione puntigliosa, estrema e finanche ossessiva, da parte di Bernard Frize, nel polarizzare l’attenzione sulla dinamica materiale della sua pittura, sul ‘come’ viene prodotta, sulla tecnica che la genera. ‘Penso - dichiara l’artista in una intervista di qualche anno fa - che il mio lavoro debba consistere di immagini chiare, pittura che sgorga direttamente dai materiali, dai pennelli, dalle tecniche. Mi sento di optare per una modalità di lavoro, di cui la pittura non è che il semplice risultato.’ ... A seguire l’impianto progettuale di Frize l’opera, il quadro, altro non sono che il risultato delle condizioni germinali dell’evento pittorico. ... Pittura è per Frize puro evento del suo accadere. Manifestazione di un atto tutto interno alla materia di cui è costituita.
Ma come può la pittura ‘dipingersi da sé’ e in che posizione si colloca l’artista in un simile processo? È qui che si pone il problema della tecnica e del ‘come’ l’opera viene realizzata. Ciò cui Frize tende è inframmettere tra sé e le forme possibili del quadro una serie di condizioni e di strumenti che rendano il suo gesto d’artista quanto più possibile mediato ed impersonale.
La sua pittura automatica produce, invece, una forte tensione percettiva. Ciò che ci colpisce non è la tecnica, è la forma. È lei a fungere da punctum dello sguardo. Ed è una forma ... che tocca la nostra sensibilità senza bisogno di far ricorso alla mediazione delle idee. Ad essere chiamato in causa è direttamente lo sguardo, spinto dalla qualità trasparente e traslucida della materia pittorica, a giocarvi sopra come su di una ‘pelle dipinta’. Lieve, intensa luccicanza della percezione. Se la pittura è ‘cosa’, è ‘cosa di luce’, la sua materia è immateriale ed il suo corpo è energia”.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo contenente un saggio introduttivo di Lorenzo Mango, la riproduzione delle opere esposte in galleria e un apparato bio-bibliografico.