La galleria A arte Studio Invernizzi, giovedì 8 ottobre 1998, ha inaugurato una mostra personale di Bruno Querci nella quale vengono presentate opere recenti dal titolo Formaspazio.
Da Incombente del 1985, opera germinale del suo fare artistico, passando per Progetti minimi del 1987, Figure dello scuro del 1992, Fare la forma del 1994 sino alle recenti Formaspazio, la pittura di Querci accentua il tono ritmico, musicale della costruzione formale, le campiture nere non vengono più solo incise da segni, linee, o bande bianche, ma si modulano e si conformano in relazione ad esse. La dislocazione dei piani crea un articolato gioco di pesi percettivi che pone ogni opera in una condizione di equilibrio diversa, e fa di ogni quadro la variazione musicale sul tema del nero assoluto, della superficie muta, della cancellazione totale dell'immagine.
"Per questa mostra Querci ha rotto l'isolamento della singola tela portando a visibilità un movimento dell'apparire; ha introdotto quindi briciole di temporalità nella dilatazione spaziale. Paradossalmente Formaspazio resta al di qua della soglia temporale, nasconde acquisizioni ancora in fase aurorale. Ed è caratteristico di Querci procedere lentamente, prestando la massima attenzione all'intero orizzonte che si è posto innanzi," scrive Mauro Panzera in catalogo, edito dalla galleria, e contenente oltre al testo di presentazione, le riproduzioni delle opere in mostra, una poesia di Carlo Invernizzi e un intervento di Franco Rella.
A partire da questo catalogo, oltre al testo poetico, sono stati presentati con il titolo Il tempo della riflessione saggi riguardanti sia concetti generali della critica artistica che altri più specifici delle arti visive.
Il senso di questo operare è anche quello di offrire uno "spaccato" del pensiero contemporaneo.