La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato giovedì 17 febbraio una mostra personale di Bruno Querci - pensata in stretto rapporto con lo spazio espositivo - in cui saranno presentate 17 opere appartenenti al nuovo ciclo “Infinitotraccia”.
“Le superfici dipinte in bianco e nero di Bruno Querci” - scrive Bruno Corà - “si offrono in tutta la loro radicalità ed essenzialità allo sguardo dell’osservatore. E basterebbe la loro evidente ricerca di equilibrio spaziale, il loro drammatico nitore volto alla conquista di una dimensione che non è solo interna ai dipinti ma che altresì magnetizza le bianche pareti degli ambienti che li accolgono e l’intera volumetria in cui è circondato il visitatore stesso, a farne - di per sé - un episodio qualificato di esperienza percettiva.
Ma Querci e il suo lavoro, che da anni seguo sin dal nostro incontro nel suo studio pratese, esigono una più attenta e prolungata osservazione, poiché solo attraverso un tempo che definirei di estesa-interrelazione-attiva con quei dipinti, si può giungere ad altre quote pur latenti in quella pittura, dove impensabili vacuità, sporgenze e convessità attendono chi le colga e ricavi dalla dinamica dei contrasti. Ciò è possibile e avviene poiché Querci, nell’elaborazione dell’antinomia visualizzata del bianco-nero sulla tela, in verità insegue sempre l’obiettivo di giungere a un’immagine autoapparente e non a un puro esercizio acromatico. E lì si avventura tenacemente, come aveva fatto Lo Savio, nelle stesse latitudini polari estreme dello Spazio-Luce ‘per domare’ - come afferma Querci - ‘il nuovo infinito che vuole essere espresso’.
(...) Pittura sempre sul confine quella di Querci, mai interessata a oltrepassarlo per l’univocità di una sola figura, piuttosto pronta invece all’essenza di tutte quelle possibili. Così, nel panorama delle ricerche sulle molteplici prassi della pittura non mimeticamente rappresentativa, Querci occupa un posto originale insieme a pochi altri artisti contemporanei italiani”.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio introduttivo di Bruno Corà, una intervista di Chiara Mari all’artista, una poesia di Carlo Invernizzi, la riproduzione delle opere esposte in galleria e un apparato bio-bibliografico.