25.09.2013 | 21.11.2013

David Tremlett Michel Verjux

La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato martedì 24 settembre 2013 la mostra Lo spazio di un duo all’interno della quale saranno presentati lavori di David Tremlett e Michel Verjux. 
La mostra, pensata in relazione allo spazio espositivo, si pone come l’esito di un’attiva collaborazione tra l’artista inglese e l’artista francese.
Al piano superiore sono state presentate opere realizzate singolarmente. Nella prima sala Michel Verjux ha realizzato una proiezione luminosa in cui un fascio di luce attraversa lo spazio espositivo, rimanendo tangente al muro, ed illumina una porzione semicircolare di una delle pareti della sala aprendosi alla possibilità di un intenso dialogo con la volumetria e la spazialità dell’ambiente della galleria. Nella stanza adiacente David Tremlett ha presentato un intervento ad angolo realizzato con grafite e pigmenti di colore attraverso una progressione di fasce orizzontali di varie dimensioni tangenti le une alle altre, le quali ridefiniranno la percezione spaziale dell’osservatore.
David Tremlett è intervenuto anche con il lavoro Construct all’ingresso della galleria che ha dialogato con l’opera Mini-découpe mur/plafond (source au sol) di Michel Verjux al piano inferiore, dove i due artisti hanno eseguito due lavori realizzati a quattro mani, che mettono in stretto dialogo la poetica della percezione della luce di Verjux e la ricerca dell’articolazione fisica e volumetrica di Tremlett.
“Il primo, Ambi-balance, per la parete sulla destra, si compone di due semicerchi che si dispongono sul muro in modo che ciascuno tocchi il suolo; uno è realizzato da Verjux, l’altro da Tremlett. Il punto di partenza è l’individuazione di una geometria: un cerchio viene scomposto in due e ribaltato da un lato fino a creare due forme identiche, ma con direzione e orientamento opposto. [...] Zipped affianca invece due forme stabili - un quadrato e un rettangolo - a due strisce più strette, due ‘cerniere‘ laterali, due momenti di interruzione al bagliore dell’uno, e al buio dell’altro. Anche in questo caso i due artisti si sono alternati intervenendo nella realizzazione dell’opera nella stessa misura: le due grandi forme, l’una proiettata e l’altra generata dalla stesura del grasso, sono poste in contatto tra loro e affiancate ai loro estremi dalle due sottili bande che frammentano la sconcertante continuità tra due materie e due masse così diverse, introducendo un ritmo che ‘accende’ il lavoro”.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Elena Forin, una poesia di Carlo Invernizzi e un aggiornato apparato bio-bibliografico.