La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato giovedì 16 maggio 2013 una mostra personale dell’artista tedesco Günter Umberg. Dopo le precedenti mostre tenutesi in galleria a partire dal 1996, anche in questa occasione l’artista ha specificamente ideato un percorso espositivo in cui il corpus di opere è pensato in relazione allo spazio espositivo.
Attraverso un coerente percorso artistico, Günter Umberg interpreta e indaga in modo strettamente personale il tema del monocromo e le sue opere acquisiscono lo status di entità pienamente corporee, condizioni concrete e attuative, inserendosi pienamente nel contesto del reale e dell’esperienza vissuta.
Nella prima sala del piano superiore è stata esposta l’opera Territorium 20A, 2012, 2013, costituita da sei lavori ordinati e disposti dall’artista sulle pareti per creare uno spazio definito e adatto all’esperienza percettiva, creando una connessione dialogica tra i lavori stessi, la stanza e lo spettatore, che viene chiamato a interagire e divenire parte attiva.
Nella seconda sala dello stesso piano è stato esposto, per la prima volta in Italia, un gruppo di opere del 1976, fogli di carta trasparente immersi in pigmenti puri miscelati con cera o paraffina, sui quali l’artista ha praticato dei fori.
Al piano inferiore della galleria, secondo un intenso procedere dialogico con quanto esposto nelle sale precedenti, sono stati presentati Territorium 22 2013, 2013 ed alcuni lavori recenti, caratterizzati da intense cromie.
“Il monocromo per Umberg” come scrive Paolo Bolpagni “è energia viva e pulsante, condizione e luogo d’infinite possibilità: è come il punto che tutto racchiude in nuce e in potenza, entità adimensionale originaria (ursprünglich), dove però già è presente la totalità. Non è casuale ch’egli ami citare un episodio della vita di Bernardo di Chiaravalle, il quale, interrogato una volta sul concetto che aveva di Dio, rispose: ‘Altezza, lunghezza, larghezza, profondità’. Non si vuole affermare con ciò che vi siano necessariamente in Umberg istanze trascendenti o metafisiche, ma semmai che le caratteristiche in cui il santo medievale riassumeva l’idea dell’Ente Supremo sono il nucleo stesso della nozione di pittura da lui sviluppata; una pittura che ha nella monocromia il proprio compimento e la ragione ultima”.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Paolo Bolpagni, una poesia di Carlo Invernizzi e un aggiornato apparato bio-bibliografico.