02.12.2004 | 09.12.2004

Maria Mulas. Ritratti di Gianni Colombo

La galleria A arte Studio Invernizzi, in occasione della presentazione del volume Gianni Colombo. Lo spazio come campo attivo, ha inaugurato giovedì 2 dicembre 2004 alle ore 18.30 la mostra Maria Mulas. Ritratti di Gianni Colombo in cui vengono presentati 20 lavori di Maria Mulas - realizzati nel corso del loro lungo rapporto di amicizia - relativi a ritratti e installazioni di Gianni Colombo.
“I ritratti di Maria Mulas non sono soltanto la registrazione tecnica di una fisionomia - di una faccia, di un corpo. Si potrebbe dire che nei suoi ritratti si mette in scena un affetto. Questi ritratti sono il frutto di un incontro. L’altro si fa avanti, si offre allo sguardo che pretende di vederlo e di conoscerlo. È lo sguardo di Maria Mulas, che guarda e conosce. È lo sguardo che letteralmente produce la fotografia. La macchina fotografica registra questo incontro, questo affetto. Docilmente, ne fissa una traccia.” (Emilio Tadini).
Gianni Colombo, durante oltre tre decenni di ricerca, tra progetti ed oggetti, strutturazioni fluttuanti, distorsioni architettoniche e spazi abitabili, ha sempre proposto situazioni in cui lo spettatore agisce concretamente sulla propria esperienza effettiva con tutto il potenziale intellettuale ed emotivo acquisito.
L’emotività e l’umore interagiscono nelle opere di Gianni Colombo come energie capaci di contribuire al sistema di conoscenze che l’opera d’arte sollecita attraverso meccanismi apparentemente impersonali.
L’idea di provocare squilibri fisici e psichici ritorna sempre nell’opera di Gianni Colombo come necessità di accorpare i materiali nell’ambiente, di scandire i passaggi architettonici, di costruire percorsi irreali che lo spettatore deve sentire come proprie dimore immaginative, passaggi verso una nuova visione della realtà.
Il volume documenta il percorso creativo di Gianni Colombo e contiene un saggio introduttivo di Claudio Cerritelli, gli interventi di Luca Massimo Barbero, Francesca Pola e Marco Scotini, un contributo di Grazia Varisco, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato bio-bibliografico.