La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato giovedì 18 marzo una mostra personale di Mario Nigro dedicata a sedici opere di grandi dimensioni - per la prima volta riunite in uno spazio espositivo privato - dei cicli “spazio totale” degli anni Sessanta, “ritratti” e “dipinti satanici” della fine degli anni Ottanta.
Mario Nigro (Pistoia 1917 - Livorno 1992) è stato un autentico protagonista dell’arte italiana del secondo dopoguerra e delle ricerche astratte internazionali per i caratteri innovativi della sua opera. Sulla base di una formazione scientifica (si laurea all’Università di Pisa, prima in chimica e poi in farmacia) e musicale (suona violino e pianoforte) sviluppa un linguaggio radicale che, pur rimanendo all’interno di una costruzione formale assolutamente astratta e dettata da regole ritmico-musicali, come la ripetizione e la variazione, veicola un contenuto fortemente drammatico e carico di intensità che scardina i precetti costruttivisti nei quali affonda le proprie radici per farsi espressione di una ricerca in dialettica tensione. Le strutture ritmate, alla base dell’opera di Nigro, sono superfici, linee, intrecci, sequenze di segni e di colori che si sommano e si sottraggono in energica, musicale armonia.
Nello spazio espositivo al piano superiore sono stati presentati lavori in cui Nigro - riprendendo i dipinti dello “spazio totale” degli anni Cinquanta e ampliandone le dimensioni - articola le sagomature attraverso l’adozione di una modularità seriale portandoli ad una tridimensionalità in cui viene coinvolto l’ambiente.
L’opera Dallo spazio totale 1954: serie di 12 rombi continui a progressioni ritmiche simultanee alternate opposte del 1965 - presentata anche nella sala personale dedicatagli alla Biennale di Venezia del 1968 - occupa l’intera parete di sinistra con i suoi 7 metri di lunghezza ed è costituita dalla progressione orizzontale di 12 elementi quadrati in legno dipinto, ruotati diagonalmente, su ciascuno dei quali è rappresentata una strutturazione opposta.
Del medesimo ciclo è stato inoltre presentato Dallo spazio totale: componibile in 7 pezzi in contrasto simultaneo di progressioni ritmiche, realizzato nel 1965, e denominato spesso dall’artista Totem - opera centrale nella definizione di questo percorso in quanto sposta sul piano tridimensionale la problematica della strutturazione oppositiva, dal piano ancora prevalentemente ottico a quello plastico.
Nelle altre sale del piano superiore sono stati presentati anche sei dipinti del ciclo dello “spazio totale” dove le trame occupano la totalità del campo pittorico e dinamici contrasti, attraversando la superficie, orchestrano ritmi musicali.
Tra i due piani della galleria è stato esposto Dallo spazio totale: progressioni ritmiche simultanee opposte, del 1966, lavoro costituito da una trasposizione di griglie ottiche virtuali, proprie delle opere su tela, in due reticoli prospettici opposti in legno dipinto in rosso.
Nella sala sottostante sono state esposte grandi dipinti del 1988 appartenenti al ciclo dei “ritratti” - tra cui le opere Agamennone, Euripide, e Ritratto di un dipinto - in cui Nigro dipinge un motivo centrale libero dal supporto dove la pittura esprime il proprio ardore e la propria forza, prepotente ed implacabile.
Nei lavori esposti appartenenti alla serie dei “dipinti satanici” - tra cui Lotta, Libertà, Rivoluzione - la pittura di Nigro esplode in energiche pennellate cromatiche e in un lineare susseguirsi di ardenti macchie di colore che vanno a costituire il vertice espressivo della sua musicale sintesi pittorica.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue con saggi introduttivi di Serge Lemoine e Francesca Pola, contenente la riproduzione delle opere esposte, una poesia di Carlo Invernizzi e un aggiornato apparato bio-bibliografico.