23.03.2006 | 05.05.2006

Mario Nigro

La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato, giovedì 23 marzo 2006, una mostra personale di Mario Nigro in cui è stato presentato un importante ciclo di opere degli anni 1991-1992 dal titolo Meditazioni.
“Le Meditazioni di Mario Nigro segnano una svolta nella produzione tarda dell’artista, un mutare rotta dopo i dipinti della fine degli anni Ottanta. Questi tenevano dietro alla rottura del Terremoto che introducevano la rottura e il disordine nell’ordinato Nigro, l’istanza destrutturante della pulsione in seno al razionale costruttivista.
La linea (...) della Metafisica del colore della fine degli anni Settanta, si piega a zig-zag, poi si fa diagonale orizzontale e si frantuma nella teoria di punti, di macchie, di Orme nella seconda metà degli anni Ottanta. Si arriva così alla fase surriscaldata delle stratificazioni verticali di pennellate intitolate addirittura al demonio, nella serie dei Dipinti satanici, apice raggiunto appunto alla fine degli anni Ottanta, a cui l’artista sente poi il bisogno di reagire.
Ecco allora il clima del tutto diverso delle Meditazioni (...) teorie di quadrati o rettangoli presentate come tante caselle cromatiche su tela o su carta intelata, definite con brevi pennellate monocrome ad olio su tela o ad acquarello su carta, più dense e compatte le prime, più liquide le seconde.
Sempre visibili nel loro essere tracce della manualità, i tocchi di pennello nondimeno definiscono con precisione la forma geometrica che vogliono designare. Forme colorate poste in sequenza con l’allure didattica di un catalogo, con la semplice, disarmante auto-evidenza di un repertorio di toni cromatici, di elementi linguistici basilari, articolati su minime variazioni.
Pennellate, tocchi di colore puro, non mescolato, se mai parzialmente sovrapposto, chiazza accostata a chiazza, striatura a striatura, richiamano quasi apertamente l’ultimo Monet, che in modo analogo definiva il tronco dei suoi salici piangenti, l’arco del suo ponte giapponese o dei suoi viali nel roseto.
(...) Il richiamo agli Impressionisti allora cade non tanto a dichiarare una affinità stilistica ma piuttosto una comunanza etica, la comune volontà di fare della pittura uno strumento di conoscenza e riflessione relativamente alla realtà, al mondo. Nigro infatti chiama direttamente in causa il ruolo sociale dell’artista incarnato dagli Impressionisti, rivoluzionari in pittura quanto nelle scelte ideologiche ed esistenziali (...)” così scrive Giorgio Verzotti nel catalogo che è stato pubblicato in occasione nella mostra, contenente le riproduzioni delle opere esposte in galleria, uno scritto di Mario Nigro e un apparato bio-bibliografico.

La mostra è stata inaugurata in occasione di In Contemporanea, evento organizzato dalla Provincia di Milano.