La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato mercoledì 26 febbraio 2003 una mostra personale di Mario Nigro (Pistoia 1917 - Livorno 1992).
La mostra intende documentare un importante ciclo creativo dell’artista degli inizi degli anni ’80: i Terremoti e gli Orizzonti.
Mario Nigro ha sviluppato a partire dalla fine degli anni Quaranta una ricerca pittorica fondata sull’interazione calibrata delle due componenti antitetiche del reale e dell’esistenza: l’esigenza insopprimibile del controllo razionale e la libertà d’espressione della sfera emotiva.
Le opere in mostra riflettono quella che è stata la matrice dominante di tutta la sua lunga storia di artista: l'incessante confronto tra una componente razionale e un'urgenza emotiva che lo portava a trasgredire ogni soluzione prima di una sua trasformazione in regola.
“L’ho chiamato terremoto - scrive Mario Nigro - e veramente era un terremoto ideologico, in me, nella pittura. Un terremoto rispetto a tutto quello che avevo fatto. Perché, alla fine, questa linea così libera non ha più bisogno di costruzioni ... E questa linea è nera, una cosa drastica.
... La mia pittura diventa introspettiva. Il terremoto si risolve con delle linee, ma spezzate ... Poi, queste linee diventano come degli orizzonti. E infine vanno avanti come a puntini ... Questa linea che procede a puntini, un puntino dopo l’altro, dovrebbe vivere nello spazio. Il fondo sembra unito ma è come una atmosfera. Più che colore, è luminosità, quasi bianca. Non c’è più un rapporto fra i colori dei puntini e il colore del fondo. I puntini vanno in questa luminosità. Ogni puntino è un pensiero.”
“Dopo decenni di ferrea e rigorosa ricerca artistica, l’attività pittorica di Mario Nigro sembra come essere arrivata ad un punto di tensione estrema: dalle griglie compositive basate su strutture fisse della serie Spazio Totale e Tempo Totale, l’artista comincia una nuova indagine realizzando una serie di opere dal titolo sconcertante: Terremoto. Si tratta di opere in cui il gesto è ridotto ad una essenzialità estrema e dove tutto il percorso fino a quel punto sperimentato viene sottoposto dall’artista a nuova verifica. Nigro torna ai segni primari come quello della linea che, pari ad un fulmine improvviso attraversa la superficie del quadro.”così scrive Antonella Soldaini nel catalogo bilingue che è stato pubblicato in occasione nella mostra, contenente le riproduzioni delle opere installate in galleria e un apparato bio-bibliografico.