28.04.2005 | 24.06.2005

Michel Verjux

La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato giovedì 28 aprile una mostra personale dell’artista francese Michel Verjux che presenta alcune opere appositamente create per gli spazi della galleria.
In questo intervento ha posto in evidenza due finestre e due pilastri isolati nello spazio vuoto. Lungo due assi diagonali ha creato/mostrato una relazione tra queste presenze architettoniche. Il vano rettangolare delle finestre è raddoppiato specularmente da una stessa figura luminosa che, pur rimanendo invariata, acquista maggiore o minore visibilità rispetto alla luce naturale che filtra dalle finestre alle diverse ore del giorno. Rispetto ai pilastri impiega un piedistallo e una colonna piramidale, entrambi con una illuminazione zenitale che presuppone una visione dall’alto. Infatti lo spettatore, proprio in questo punto, si trova impegnato a scendere le scale. Qui la luce, calando dall’alto, riverbera sui piani, crea un alone luminoso intorno ai perimetri, traccia quadrati perfetti sul suolo.
Michel Verjux lavora sull’atto del vedere come luogo dell’incontro con la realtà: nella presenza della materia attraverso la luce è possibile acquisire la consapevolezza del linguaggio specifico della sostanzialità esperita e avviare un nuovo comunicare.
Le potenzialità di questa comunicazione possono anche non avere altra verità che il legame con il visibile: la realtà della situazione non è metafisica, può limitarsi ad essere metalinguistica, e per questa via giungere ugualmente al proprio fondamento. Nel mondo del linguaggio, la finzione sempre e comunque si fa metafora attiva, legame con il reale.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio introduttivo di Marco Scotini, uno scritto di Michel Verjux, le riproduzioni delle opere presentate in galleria, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato bio-bibliografico.