Martedì 18 maggio la galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato la personale dell’artista Nelio Sonego, che ha realizzato per l’occasione una nuova serie di opere di grandi dimensioni in relazione con lo spazio espositivo.
Nelio Sonego prosegue con questa nuova sequenza di lavori la sua apertura dell’immagine a nuovi orizzonti di senso, attraverso la proposizione di una inedita, sorprendente declinazione della sua pittura.
Nella serie di opere presentate in mostra, il segno si richiude dopo le poetiche digressioni ascendenti del decennio precedente, tornando a un serrarsi di linearità vibranti che si intrecciano e sovrappongono, dando vita a un diverso e mutevole pulsare dell’immagine. Sono rettangoli dai tratti accesi di cromie raffinate e palpitanti, che si stratificano in variazione e si articolano indifferentemente secondo direttrici di espansione orizzontali o verticali, alla ricerca di una relazione forte, cercata, con il divenire dell’esistere e del cosmo.
La grande dimensione, pensata in relazione agli spazi della galleria, idealmente prosegue questo espandersi del segno oltre i confini di una pittura che, nella propria forte identità di immagine, porta lo spazio ad essere luogo aperto di una metamorfica epifania del segno. L’opera di Sonego, fondata proprio su questa sospensione e vibrazione del segno quale affermazione di tensione conoscitiva sul margine dell’evento del suo divenire, ancora una volta cattura, attraverso la sua freschezza di cromie e articolazioni, un inedito passaggio dell’esistenza.
Pare proprio questo uno dei messaggi più autentici della pittura di Sonego, che nell’istante di una gestualità colta nel suo stesso generarsi in immagine cattura i segni dello spazio e del tempo dell’esistenza e ne fa sottili e coerenti variazioni, parlandoci del nostro incerto, eppure poetico, destino.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio introduttivo di Francesca Pola, le riproduzioni delle opere presentate in galleria, una poesia di Carlo Invernizzi, un intervento di Flavio Ermini e un apparato bio-bibliografico