La galleria A arte Invernizzi ha inaugurato mercoledì 21 novembre 2018 una mostra personale di Nelio Sonego, che ha presentato un dialogo tra lavori realizzati tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta e opere recenti, attraverso un progetto ideato dall’artista in relazione allo spazio espositivo.
Nella prima sala del piano superiore della galleria sono stati esposti lavori appartenenti alla serie “Strutturale” (1979) in cui Sonego indaga le possibili varianti della linea, utilizzata come elemento costitutivo e costruttivo, all’interno della strutturazione dell’opera. Partendo da una progettualità sistematica, che definisce il formato quadrato delle tele ed il fondo bianco, l’artista approfondisce e analizza varianti tracciando direttrici parallele o trasversali che suggeriscono forme ed equilibri geometrici dissimili.
Lo spazio che si viene a creare all’interno della superficie, ridefinito a partire dalla segmentazione e dalla sovrapposizione delle linee frammentate, non si ferma entro il confine delimitato dalla tela ma si dilata aprendosi e strabordando idealmente nell’ambiente circostante in un crescendo di stratificazioni e presenze segniche, come nei sette elementi di Strutturale (1980) presentata nella seconda sala del piano superiore.
La frammentazione della strutturazione lineare, attraverso uno studio dall’interno dei suoi elementi primari e fondanti, è un tratto costante del lavoro di Nelio Sonego che permane anche nei cicli di lavori successivi in cui l’artista continua, attraverso numerose e disattese combinazioni di segno e colore, a creare livelli di percezione sospesi e vacillanti. Questa combinazione tra rigore geometrico e vibrazione della struttura è evidente anche nei lavori più recenti dell’artista, esposti al piano inferiore. Qui le superfici dei diversi elementi che compongono le opere si accostano e si sovrappongono, quasi a ricreare in scala maggiore gli equilibri geometrici delle direttrici disegnate su tela nelle opere esposte al piano superiore, modificando la percezione dell’ambiente circostante e creando nuove possibilità percettive nella visione d’insieme dello spazio.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio di Francesco Gallo Mazzeo, un’antologia critica con testi di Paolo Bolpagni, Carlo Invernizzi, Francesca Pola, Francesco Tedeschi, Klaus Wolbert e un aggiornato apparato bio-bibliografico.