20.09.2011 | 30.11.2011

Niele Toroni

La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato martedì 20 settembre 2011 una mostra personale di Niele Toroni in cui vengono presentati lavori su tela, tela cerata, carta, cartone e 5 interventi a muro.
Niele Toroni, nato a Muralto nel 1937, risiede a Parigi dal 1959 e “dal 1967 lavora dando corpo al medesimo procedere operativo: il suo metodo prevede la successione di impronte di pennello n. 50, lasciate a 30 cm di distanza l’una dall’altra, che percorrono superfici diverse (...), ciascuna delle quali diventa luogo di epifania - transitoria quanto concreta, temporanea quanto assertiva - di un divenire e di una metamorfosi incessante del suo fare nel tempo. Talvolta le impronte trascorrono dall’una all’altra superficie, in un continuum che rende ancora più presente questa concretezza della diversità, le cui possibilità non si esauriscono nella singolarità e individualità dell’opera, ma nel modificarsi inesausto delle risultanti possibili del suo empirico realizzarsi e distendersi.” (Francesca Pola)
“Il suo creare è infatti espressione di puro sentire, aìsthesis nella sua più assoluta purezza alieno da contaminazioni storiche e culturali pur nella consapevolezza di non poterne recidere i fili.
Da qui l’innegabile sua antesignana impreteribile radicalità nel produrre impronte di coloriluce e opere le une e le altre sempre differenti per la diversità di atomi-molecole di spaziotempo che concretamente le costituiscono oggettivamente e soggettivamente.
Da qui pure la loro bellezza per l’esteriore armonia di coloriluce, ma soprattutto per l’originarietà che noeticamente le individua, donde il coinvolgimento del sentire di quanti, percependosi nell’infondo senza fondo dei loro meandri invisibili e di quelli della propria stessa anima, affascinati s’inebriano agli angoscianti ululi inudibili degli strangoli d’anniento del proprio stesso diveniente spaziotempo tra il nascere e il morire”. (Carlo Invernizzi).

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio introduttivo di Francesca Pola, un testo di Carlo Invernizzi e la riproduzione delle opere esposte in galleria.