La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato giovedì 15 gennaio 2004 una mostra personale di Rodolfo Aricò nella quale sono state presentate opere su tela ed una serie di collages su tela e carta del 2002.
“Questa ‘misurata’ ed emblematica mostra per A arte Studio Invernizzi fornisce una occasione per poter affrontare Aricò in una visione à rebours partendo da quelle che criticamente e cronologicamente potremmo chiamare le ‘opere ultime’. Emblematiche del ’problema’ di costruire la pittura in Aricò, esse raccolgono e ‘ribaltano’ tutte le soluzioni e le ricerche dell’artista sommandole e negandole come sempre nel suo percorso e, contemporaneamente, dimostrandone una vitalità inesauribile. La difficoltà che esse dimostrano nel farsi comprendere, nel loro ‘darsi’ alla fruizione è ancora la loro caratteristica, il segno preciso di una inquietudine creativa volta, sempre, al comporre attivamente l’opera come problema e mai come semplice soluzione formale” (...) “Aricò sceglie la luce estrema, la componente cromatica chiara per esaltare il suo fare, dare luce al corpo dell’opera, dichiaratamente aperto, esposto, in una fatale dissezione. È qui che strappando, tagliando, incollando e poi ancora dipingendo riesce a far emergere il suo, l’eco direbbe l’autore, di quel colore sottile ed innominabile, quel colore che egli definisce il colore tenero sottostante. Ma una volta raggiunto quel colore, strappata a forza la superficie ed il corpo che lo opprimeva, l’artista va oltre, reagisce, cerca, letteralmente scava nell’archeologia del pensiero e del fare per rivelare la struttura, la base, il corpo del supporto e poi ancora dipinge, sovrappone, livella, in quel procedimento che fa sì che i ritmi compositivi siano volutamente senza cadenze, senza rapporti. Ritmi che hanno perso il motivo e la qualità del comporre il gioco delle spartizioni estetiche”, così scrive Luca Massimo Barbero nel saggio pubblicato in catalogo edito in occasione della mostra, contenente le riproduzioni delle opere presentate in galleria, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato bio-bibliografico.